Gentilissimo Professor Segatori,parecchi anni fa ottenni da lei un bel 30 all’esame di “Sociologia dei fenomeni politici”, e devo dire che allora l’ascoltavo con ammirazione e soprattutto riuscivo a comprendere bene ogni sua parola a lezione. Questa volta non solo mi ha deluso ma in tante parole non sono riuscito a comprenderla; ed è per questo che non vorrei che le sue parole fossero dettate da pregiudizi, propri o peggio ancora altrui, sulla bellissima città di Spoleto, sulla sua storia, sui suoi abitanti o addirittura sulla sua comunità cristiana che lei, mi perdoni ma denuncio la poca sensibilità dimostrata, ha tenuto ad attaccare quasi mostrando come semplice “vezzo” – e non come atto di fede e venerazione verso un grande Papa – l’aver ottenuto, tra l’altro su donazione del Vescovo di Cracovia, una reliquia di San Giovanni Paolo II nella nostra città; questa è stata una caduta di stile e mi permetta un attacco indelicato proprio mentre il nostro Vescovo è ancora ricoverato al Gemelli con impossibilità di replicare alle sue parole.
Le sue considerazioni sulla “nobile” città di Spoleto, l’unica cosa su cui concordo con lei, sono state sconsiderate, irrispettose e meriterebbero da parte sua delle scuse: più che di miseria e nobiltà leggendola mi è parso di leggere “orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen.
Delle scuse dovute ad una popolazione certamente fiera, ma mai “misera”; scuse ad una popolazione che per questa regione ha dato e continua a dare molto, e forse ha già dato tutto quello che aveva a questa regione; scuse ad una popolazione, che nel tentativo di ripresa dall’ultimo terremoto, si è vista portare via in una sera una delle poche certezze rimaste per il proprio futuro: l’amato Ospedale.
Un Ospedale che serve il territorio con la popolazione mediamente più anziana dell’Umbria (e fra le più anziane d’Italia), visto che lei ha
studiato bene la popolazione spoletina citando dati demografici (dove comunque la differenza di perdita di abitanti tra Spoleto e la sua Foligno è di appena 200 abitanti negli ultimi 5 anni) mi sembra strano che non si sia informato anche su questo dato, su una delle popolazioni più anziane d’Italia, e che soprattutto non abbia riflettuto sul grado di disagio causato a tantissimi dei nostri anziani di Spoleto, Campello, Castel Ritaldi, di tutta la Valnerina.
Un ospedale che, forse lei non lo sa, offriva servizi sanitari essenziali ed eccellenti a un territorio di circa 70.000 abitanti. L’unica città in Umbria con una popolazione superiore a 30.000 abitanti rimasta senza Pronto Soccorso, poi riconvertito – grazie alle proteste sotto la scrosciante pioggia di centinaia di spoletini “aristocratici” – ad un Punto di Primo intervento per attività riconducibili a poco più di una infermeria.
I nostri anziani hanno paura e molti sono soli o non possono permettersi di andare fuori città per curarsi, i nostri figli non possono più far affidamento ai nostri fantastici pediatri, non avremo più nascituri a Spoleto per tanto tempo, molti malati hanno rinviato cure, ricoveri e analisi. Certo potranno progressivamente andare su altri ospedali, ma la totale disorganizzazione su come la regione ha gestito questa situazione, ha creato un caos comunicativo tale che a volte certe situazioni critiche si sono risolte via facebook, non so se ha letto i giornali.
E il tutto è accaduto tutto in una sera, quando con una fredda comunicazione della Regione – senza passare per il nostro Sindaco e parti sociali – ci veniva detto improvvisamente che non solo diventavamo ospedale Covid ma che avremmo perso anche il Pronto Soccorso e il Punto Nascite da li a poche ore. Nulla da dire Professore su questi “modus operandi” con cui siamo stati trattati?
Ora, non so se con una situazione pregressa del genere (terremoto, ospedale già depauperato negli anni delle proprie eccellenze, nessuna rappresentanza politica in regione, popolazione anzianissima, isolamento infrastrutturale) come lei abbia anche potuto anche solo immaginare che una naturale, sacrosanta reazione di una popolazione preoccupata ancora di più per il suo futuro, si sia potuta ricondurre ad un semplice “capriccio” di una popolazione che lei vuole far vedere con la puzza sotto al naso, come se la “regione dovesse girare intorno a Spoleto”, ci ha visto come una sorta di “Re Sole”, sono delle parole che ci hanno profondamento offeso Professore.
Concludo dicendo: nelle sue lezioni ci spiegava la differenza tra il potere, la potenza e l’autorità.
Il potere è la possibilità di trovare obbedienza nella popolazione. La potenza, qualsiasi possibilità di far valere le proprie ragioni anche fronte a un’opposizione. Il punto di discrimine – anche per distinguere una democrazia da una dittatura – è il consenso: la potenza prescinde dal consenso, quando invece c’è consenso nell’esercizio del potere si parla di uso legittimo dell’autorità.
Sulla vicenda dell’Ospedale di Spoleto la volontà locale è stata schiacciata dal Potere senza possibilità di replica, solo per questo meritavamo più rispetto anche dalle sue parole: non c’è stata alcuna autorità, non c’è stato alcun consenso, solo una folle e disorganizzata dimostrazione di potere dettata da una smania di potenza.
Il suo ex studente,
Michael Surace – rappresentante della Community “Salviamo l’Ospedale – DifendiAMO SPOLETO”